Descrizione
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Dal XIX sec. denominato “Convento S: Antonio”, si andò sviluppando, in particolare, per opera dei frati minori conventuali, a partire dal sec. XVI, all’epoca della caotica e sofferta dominazione spagnola nel meridione d’Italia. Non si è lontano dal vero pensare che la presenza dell’antica chiesa di S. Tommaso con il casale omonimo, abbia attratto nell’alto medioevo, altri Religiosi, quali i Basiliani , Benedettini ed i Verginiani del Goleto, fondati da S. Guglielmo da Vercelli. Si spiegano così il toponimo della contrada S. Elia ed i rapporti di dipendenza intercorsi fra il Monastero di S. Salvatore del Goleto e la Chiesa di S: Tommaso del Piano di Ruvo. I numerosi legati e donazioni, nello spirito e nella religiosità del tempo, tipica di tutto il lungo medioevo, fecero del centro religioso un vero e proprio esercizio economico per le necessità della gente del luogo, con il lavoro nelle terre del Monastero, con prestiti per acquisti di case e di terre, con movimento di moneta liquida. Nel corso del ‘700 almeno la metà dei 400 fuochi o nuclei familiari di Ruvo era legato da rapporti censuali con il Monastero, con estinzione del debito “ad libitum”; molti, poi, assumevano terreni in enfiteusi con possibilità di apportarvi modifiche e migliorie. Le proprietà terriere si estendevano non solo sull’area del Monastero ma anche in moltissime altre località dell’attuale territorio di Ruvo, fra le quali il Monte, i Valloni, Maurelle, S. Elia, Cupone, Liento, Ripa del Gelso, Serra del salice, Casalino, Piano Monticchio, Confina di Bucito ed altre, con 500 tomoli di terra, pari a 166 ettari di territorio a seminativo, a vigenti e a frutteti. Un’altra fonte di introito per i religiosi era costituita dalle “cappelle” che funzionavano da tombe all’interno della Chiesa del Monastero e dalle elemosine, entrate particolari derivanti da raccolta di offerte da parte dei fratelli questuanti. La presenza del Monastero di S. Tommaso del Piano ha influenzato per circa due secoli e mezzo ed in modo determinante la vita e l’economia del paese, come si evince dalla Platea dei beni del Monastero, realizzata nel 1756 e conservata nell’Archivio parrocchiale di Ruvo del Monte. Nel 1809, con la soppressione dei vari monasteri da parte del Governo rivoluzionario di Napoli, il “Convento S. Antonio”, così denominato a questa data nei fascicoli dell’Archivio di Stato di Potenza, fu abbandonato anche dagli ultimi due frati. Si constata, oggi, lo stato di abbandono e di pericolo in cui viene lasciato il complesso delle opere portate alla luce e restaurate nella zona dei ruderi del Convento, quali la cisterna ripulita, il palmento con la rampa di accesso, la fornace, la “neviera” all’interno del chiostro.
Georeferenziazione
Indirizzo: Corso Italia, Ruvo del Monte, Potenza, Basilicata, Italia
Quartiere:
Circoscrizione:
CAP: 85020